E’ il 1989. Ormai Claudio Ciaravolo ha in mano tutti i dati che gli occorrono per documentare i meccanismi di nascita e di crescita delle leggende metropolitane. Questi dati (corre/dati da esperimenti attendibili, perchè ripetibili) potrebbe mostrarli alla comunità scientifica. Sceglie invece di arrivare agli studiosi in modo diverso: attraverso la gente. Inventerà una leggenda formidabile, che si diffonderà in un lampo ai quattro angoli del mondo: e poi la smentirà. Non si potrà non parlarne: sia prima, che dopo la smentita.
Per raggiungere quest’obbiettivo ci vuole una storia straordinaria, in in grado di confermare uno stereotipo (un’opinione molto diffusa). Lo stereotipo scelto da C è quello dei napoletani “geniali, ma imbroglioni”. Una volta trovata la storia giusta, bisogna metterla “su strada” al momento giusto. E nel modo giusto.
Il momento giusto è il 26 aprile 1989: l’uso delle cinture di sicurezza diventa obbligatorio su tutto il territorio italiano. Quanto al modo di diffonderla Claudio Ciaravolo aveva bisogno di un’idea altrettanto geniale come e più della storia della maglietta.dio Ciaravolo aveva bisogno di un’idea altrettanto geniale come e più della storia della maglietta.
Ciaravolo avrebbe potuto raccontare a un po’ di amici la storia della maglietta, presentandola come vera: e registrare il momento del racconto con una telecamera nascosta. Oppure poteva raccontare a qualcuno (sempre riprendendo la sequenza) che a Napoli non si vendevano delle magliette bianche con una striscia diagonale nera, per simulare una cintura allacciata: dopo un po’ si sarebbe sentito raccontare in giro che quelle magliette si vendevano davvero.
Lo sapeva, perché quest’esperimento lo aveva già fatto, con altre storie.
E aveva funzionato.
Questa volta però, Ciaravolo vuole fare di più, e di meglio.
Ciaravolo vuole mostrare – (alla lettera: con un filmato) che nel primo atto della diffusione della sua leggenda, in nessun momento ha strizzato l’occhio a un’eventuale vendita di magliette.
Questo filmato non verrà girato con una telecamera nascosta: ma con molte telecamere, del tutto visibili, in quanto costituiscono l’elemento centrale di questo evento-diffusione. Claudio Ciaravolo realizza una messinscena che, quando sarà vista, smentirà completamente e definitivamente la leggenda; per tutti, ma non per i detentori dello stereotipo sui napoletani. I quali – come già era accaduto per il filmato( girato per il tg2 anni prima) su una falsa vendita a Napoli delle targhe pari e dispari , nonostante fosse stato detto “quel che avete visto è falso: è una provocazione”, continueranno a pensare (e a raccontare): “è tutto vero”. E’ per questo che la leggenda della maglietta non verrà mai veramente smentita completamente. E infatti, circola ancora oggi come un virus latente.